Medioevo

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...Più tardi nel buio del Medioevo, nel periodo di riassestamento-sociale che tenne dietro alla decomposizione dell' impero, romano, la valle del Pellice ebbe a soffrire assai della vicinanza dei barbari che, invadendo facilmente le valli vicine servite da più comode vie di comunicazione, rifluivano indi anche in questa.


Specialmente disastrose le invasioni dei Longobardi e dei Saraceni. I primi invasero la valle tre volte da oriente ad occidente giungendo fino ad Embrun nel Delfìnato, per mezzo del colle della Croce (val Pellice, valle del Guil). I Saraceni, per quanto ce ne è giunta la tradizione, annidatisi a Frassineto, nei monti dell' Esterel e nella valle di Freyssinière si spinsero da occidente ad oriente, verso la nostra valle, devastando tutto, massacrando le popolazioni pacifiche, infine si insediarono sulle alture, anche della val Pellice, dove rimasero per circa mezzo secolo (942-972).
Naturalmente la regione da loro occupata restò quasi del tutto priva di abitanti; i pochi rimasti preferirono in seguito rimanere sul fondo valle più redditizio e meno ingrato.

In Val Pellice nel IX secolo giunsero i Saraceni: ne rimangono testimonianze nell'archeologia, nel linguaggio, nella toponomastica, come Moumaou e Barma dar Servagge nella Coumba di Charbounié e nei cognomi quali: Salvay, Salvagiot, Morel. La loro cacciata definitiva avvenne verso il 985, lasciando le vallate alpine spopolate e disorganizzate.

Muro SaracenoProprio i toponimi Sarsenà come anche quello di un'altra frazione di Bobbio Pellice, Payant, riecheggiano i termini 'saraceno' e 'pagani' e sembrano testimoniare inequivocabilmente, assieme a questo troncone di muro, con le pietre disposte a lisca di pesce, una terribile invasione che portò rovina e distruzione in Valle.


Tratto da: «Ricerche Antropogeografiche sulla val Pellice» di Giotto Dainelli,    FIRENZE 1918