BOBBIO PELLICE
Bobbio non appare esplicitamente citato nella documentazione relativa alle determinazioni dei confini del XIII secolo; si deve giungere agli affrancamenti dai signori del XV secolo per vedere pienamente operante l’istituzione comunale.
Il nome di Bobbio compare difatti tra gli altri comuni della valle in una franchigia concessa da Ludovico II di Savoia nel 1448 (Caffaro 1903, VI, p. 454).
Situato allo sbocco di tre valli (del Guicciard o dei Carbonieri, di Giulian o del Cruel e del Subiasco) e anticamente denominato Montebobbio.
È il comune più esteso e più elevato della valle.
Ha subito nei secoli ed a più riprese disastrose alluvioni (le peggiori nel 1629, 1728 e 1920), fra cui va ricordata quella del 1920 che ha spazzato via la borgata Asbes d'Amount.
Tentativo di frenare le acque impetuose sono state predisposte numerose opere: dalla diga "Cromwell", (fu costruita con fondi raccolti in Inghilterra e Olanda nel 1730) a difesa del capoluogo, alla forestazione del Vallone del Cruello; queste foreste ricche di larici, abeti e faggi, unitamente al quelle del Monte Garin, inserite nell'Oasi di Protezione del Barant, offrono interessanti e salutari passeggiate.
È composto da numerose frazioni e dispone di sette alpeggi.
È uno dei comuni più ricchi di legname, poiché i più bei boschi di castagno si trovano sul suo territorio.
Alcune borgate tipiche interessanti da visitare con una escursione a piedi sono le Sarsenà, tre piccole borgate, una bassa, una di mezzo e una alta, collegate tra loro da una mulattiera.
Le sue antiche case conservano vestigia dell'occupazione dei Saraceni, che hanno lasciato traccia della loro presenza nei toponimi, nelle leggende e nella coltivazione, di recente scomparsa, del grano saraceno. Intorno ad esse si può individuare la cava delle lose usate per coprire i tetti.
Salendo per la Comba dei Carbonieri si incontra la borgata degli Arbaud con le case intonacate; un po' discosto da queste, sul torrente, si può individuare un piccolo mulino ad asse verticale.
Il luogo fu posseduto dai conti Bigliori (ramo cadetto dei Signori di Luserna), di cui restano tracce di un castelletto in località Cestel.
La storia di Bobbio è legata alla storia dei Valdesi.
Nel 1565 Emanuele Filiberto di Savoia fece costruire, a monte di Villanova, il forte di Mirabouc per controllare il passaggio dei profughi protestanti tra Francia e Piemonte.
Sotto Carlo Emanuele II i Valdesi subirono una feroce repressione (1655, le Pasque Piemontesi) e in tale occasione 36 fuggiaschi perirono sotto una slavina poco sotto la conca del Prà (alla località rimane il nome di Pian dei morti).
Nell'agosto del 1689, un gruppo di 900 uomini partì dalla Svizzera che li ospitava e in 10 giorni riuscì a raggiungere Bobbio (Glorieuse rentrée); qui, in località Sibaud, pronunciarono il famoso giuramento di solidarietà ai loro comandanti e questi ai soldati.
Nel 1794 il paese fu teatro di aspri combattimenti tra l'esercito piemontese e le forze rivoluzionarie francesi.
Durante la II guerra mondiale si ricordano scontri tra i partigiani e la milizia repubblichina.
Bobbio Pellice ha una superficie di Km²93,88; altitudine 734/3171 m slm; abitanti 600 circa